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Viaggi - Osservatorio sul turismo di qualità

La montagna è arte, pensiero e, soprattutto, spirito. Una filosofia che Reinhold Messner diffonde attraverso i suoi musei, simbolo di un Alto Adige che difende il suo patrimonio più prezioso

Reinhold Messner, alpinista, esploratore e scrittore italiano
Reinhold Messner, alpinista, esploratore e scrittore italiano

Cosa rappresenta la montagna per l’uomo? Reinhold Messner ha fatto ruotare la sua intera, straordinaria, esistenza attorno a questa domanda. Il primo uomo ad avere scalato tutte le 14 cime che superano gli 8mila metri è oggi un manifesto vivente della cultura, quella più profonda e spirituale, legata alla montagna. Ed è un simbolo per l’Alto Adige. Dopo aver girato l’intero pianeta, a sessant’anni è tornato nella provincia di Bolzano, la sua terra natale, omaggiandola della sua esperienza. Il Museo della Montagna di Messner, tra le antiche mura di Castel Firmiano, è una delle principali attrazioni turistiche per il territorio. Sono sei le strutture museali dedicate alla montagna e alla sua cultura in un progetto che parte dai significati naturali, geologici, antichissimi delle montagne, fino alla loro recentissima conquista da parte dell’uomo.

Su quale livello si legano l’uomo e la montagna?
«Sin dall’inizio della sua storia, l’uomo si domanda da dove viene e, per capire quale direzione intraprendere, segue la montagna. Molte religioni ne sono una testimonianza. Pensiamo a Mosè che scende dal Sinai e a Buddha che arriva dall’Himalaya. Giungono dalla montagna per trasmettere una visione di vita».

Però la montagna, e lei lo sa bene, è anche scienza.
«Vero. è anzitutto geologia, vale a dire la possibilità di studiare la storia, lunga miliardi di anni, della nostra terra. Ma non è tutto. Per me questo mondo rappresenta anche una filosofia, una cultura. Da sempre la montagna è stata fonte di ispirazioni per poeti, musicisti, scrittori. Questo è ciò che intendo trasmettere con il mio museo».

Lei è uno strenuo difensore delle montagne alto atesine. Il turismo di massa non rischia di distruggerle?
«Il turismo non distrugge la montagna, anzi. Permette ai suoi popoli di sopravvivere economicamente. Il problema delle nostre Alpi è che vi sono alcuni luoghi sovraesposti e sfruttati, che rischiano così di venire disintegrati, e altri completamente sconosciuti e non calcolati dai flussi turistici. Bisogna puntare a una politica del turismo più intelligente, diversificata. Sono anni che faccio questa battaglia».

E quali risultati ha ottenuto?
«All’inizio non è stato facile. Per costruire i musei ho avuto contro parte della stampa e dei politici locali. Poi, con il tempo, il 99% degli altoatesini hanno compreso la filosofia che si cela alle spalle di questo mio progetto e mi hanno appoggiato con entusiasmo».

• di A.M.