
Posizione panoramica e giardino all’italiana, un magnifico affaccio su Firenze e sullo sfondo i colli toscani. Quello che per molti è solo un’immagine sulla cartolina qui è la quotidianità

Un hotel che segue le stagioni. Villa San Michele, a Fiesole, chiude nei mesi invernali quasi a voler dire ai suoi ospiti “non vale la pena, se non possiamo offrirvi il massimo”. Anche se il massimo, in questo caso, non dipende da loro. Per quanto possano essere fascinose le brume e qualche fiocco di neve, è nei mesi primaverili ed estivi che il giardino terrazzato prende vita. È con i colori dell’autunno che i colli toscani diventano ancora più suggestivi.
Non appena si varca la soglia, si intuisce che in principio Villa San Michele era un convento. Il bureau, infatti, è proprio dove un tempo sorgeva la chiesa. Fu fatto costruire nel 1413, in posizione dominante sulla città, da Niccolò Davanzati, anche se l’aspetto attuale si deve al progetto di ampliamento di Michelangelo Buonarroti. Ma è solo dopo il 1808 che venne trasformato in villa e vennero aggiunti un giardino all’italiana e le serre. La trasformazione in hotel è relativamente recente: dal 1952 Villa San Michele è uno dei più rinomati cinque stelle di Firenze. Ne parla il direttore Marco Novella.
Recentemente il portale The Leading hotels of the world ha dato il premio “Commitment to quality” al vostro hotel. Cosa ne pensa?
«Il premio come miglior hotel in Europa per la qualità è arrivato al termine di un anno ricco di soddisfazioni e di riconoscimenti. Lo scorso ottobre, infatti, oltre 50mila lettori della rivista Condé Nast Traveller Usa hanno votato Villa San Michele tra i primi 15 hotel del mondo e primo nella città di Firenze, confermando la nostra posizione di leadership nel mercato dell’hotellerie di lusso in città, in Italia e nel mondo. È un’enorme soddisfazione, frutto di un lavoro molto impegnativo che di anno in anno diventa sempre più mirato a migliorare la qualità percepita dai nostri ospiti».
Qual è il vostro punto di forza?
«Certamente si tratta di una miscela che si rivela poi vincente: investimenti sulla qualità, sulla ricerca e la formazione del nostro personale e sull’innovazione nel servizio, in modo da adattarlo alle esigenze dei viaggiatori di oggi».
Come conquistate i vostri visitatori?
«Il nostro hotel ha una forte identità e rappresenta un patrimonio unico. I nostri ospiti hanno passione per la scoperta, sono viaggiatori esperti e amanti della cultura in generale, vivono il viaggio come un’esperienza a livello emotivo, sensoriale e conoscitivo. Per farli felici bisogna regalare nuove emozioni e far vivere loro momenti indimenticabili».
Sembra perfetto per una fuga dalla routine. Cosa fare, oltre a rilassarsi, ovviamente?
«La cucina dello chef Attilio di Fabrizio è il fiore all’occhiello di Villa San Michele, per cui non posso fare a meno di consigliarla. Inoltre, c’è la nostra scuola di cucina, seguita personalmente da lui. Si tratta di un modo non solo per consacrare la gastronomia toscana, ma anche per far vivere ai nostri ospiti un’esperienza fondamentale della cultura del nostro territorio. Sedersi a tavola nella nostra loggia con una vista incantevole su Firenze è come essere trasportati per qualche ora in un’altra dimensione, lontano dalla vita veloce di tutti i giorni. Dai giardini di Villa San Michele si apprezza la più bella vista sulla città e sulle colline che la circondano. Se si vuole uscire per una piccola escursione, a poche centinaia di metri da Villa San Michele, nel centro di Fiesole, c’è una straordinaria area archeologica dove si può apprezzare un bellissimo teatro romano. È una specie di isola spirituale piena di verde e di luce con un fascino prorompente e dalla quale si osserva un panorama mozzafiato».
Molte personalità sono state ospiti dell’hotel. C’è qualcosa che l’ha colpita di recente?
«Villa San Michele è un luogo di grande ispirazione. Non a caso, siamo stati spettatori, purtroppo senza accorgercene, della nascita di tante creazioni. In ordine di tempo, l’ultima è il libro Inferno di Dan Brown, che ha preso forma partendo proprio da un’idea venuta allo scrittore mentre era ospite della nostra struttura».
• di Teresa Bellemo
Nella foto di apertura: Villa San Michele a Fiesole